L’Ape va in pensione, dopo una vita di lavoro specchiata e umile. La Piaggio, che l’ha prodotto, ha abbassato la saracinesca. Il veicolo a tre ruote più famoso al mondo si trasferisce in India, dove è anora il mezzo più usato nel trasporto privato per le piccole distanze.
L’Ape è molto siciliana. Ha tanti meriti, il primo ed il più importante, quello di avere accompagnato l’evoluzione economica e sociale di una categoria di lavoratori, i carrettieri, divenuti, grazie ad esso, piccoli autotrasportatori prima e “padroncini” di camion, autoarticolati, autotreni successivamente. E’ stato il pick-up di casa nostra, segno del modesto boom economico siciliano.
Gela in particolare, rappresenta un luogo d’adozione del mezzo: economia agricolo di primaria rilevanza, disponeva di un parco carretti in servizio fra i più vasti, utilizzati sia per i trasporti di materiale che per il trasferimento in campagna. Con l’industria ha raggiunto una cifra record di autotrasportatori, i padroncini, grazie alla grande fabbrica petrolchimica. E’ la testimonianza del passaggio di consegne.
I carretti di Gela anticipavano l’alba di qualche ora, una interminabile filiera attraversava le strade parallele al corso cittadino per recarsi nei poderi; i carretieri mantenevano fra loro un intenso dialogo per l’intero viaggio: si parlavano cantando, una specie di canto gregoriano di sapore campagnolo, interrotto da un colpo di “zzotta”: il nerbo vibrava nell’aria producendo uno schiocco che faceva da contrappunto al canto corale. Talvolta intonavano una tiritera conosciuta, più spesso ponevano domande e risposte a chi precedeva o seguiva.
Dei carretti s’innamorò Guy de Maupassant, per il quale erano amabili rebus in cammino, piccole scatole quadrate, appollaiate molto in alto su ruote gialle. La Piaggio ha risolto il rebus e ne ha fatto l’erede del carretto. Con colori sobri, come si conviene ad un veicolo a motore, privo delle decorazioni e delle pitture narranti i paladino ed altre storie, furono consegnati “a cambiale” ai carrettieri. Alcuni di loro, però, non si arresero alla modernità spoglia ed imposero al pianale di carico e alle due sponde, intarsi, decorazioni e paladini. Eccessi sentimentali, il mezzo serviva a sostentare la famiglia, e questo era. L’Ape ha costituito così il veicolo di transizione, l’ascensore sociale dei lavoratori dei campi e dei piccoli trasportatori di città.
La Piaggio avrebbe dovuto riconoscere una sorta di copyright al carretto siciliano; esso, infatti, dispone di tre ruote, una delle quali la ruota motrice, che sostituisce il cavallo. A chi ha ideato l’Ape è bastato sostituire il cavallo, o il mulo, e la fatica dell’animale con la benzina.