La grande impostura? La libertà di nuocere agli altri, pretesa dai populisti
Che libertà è quella che permette ad alcuni di nuocere agli altri? Che libertà è quella della persona che non ha coscienza di sé come membro della società in cui vive?
La pandemia ci ha fatto anche questo regalo, il disconoscimento di libertà fondamentali, condizione essenziale del vivere civile. Pretendere di non essere contagiato dai nostri simili che rifiutano di vaccinarsi, è giudicato un atteggiamento illiberale.
Le parole si corrompono nel tempo, sono soggette ad autentici agguati, possono tradire e diventare delle trappole. La parola più tradita è proprio la libertà. Le rivoluzioni nate all’insegna della libertà tradite sono tante.
E’ vero, il mondo delle libertà è molto frammentato. Esistono le libertà civili, libertà politiche e libertà personali, ma ognuna di esse, e tutte insieme, hanno frontiere invalicabili. Una libertà assoluta equivale ad una tirannia, una società in cui vige la regola del più forte, dove la “mia” libertà conta più di quella degli altri.
La libertà sembra ora una parola priva di legittimazione, spogliata di ogni senso di responsabilità. E’ diventata “fare quello che si vuole, quando e dove si vuole”. A indirizzare verso questo abbrivio sono coloro che hanno un solo scopo: governare le folle, compiacerle, piuttosto che governare il Paese. Si limitano ad assecondare gli umori prevalenti, desideri, frustrazioni, paure, bisogni individuali….che non fanno interesse collettivo. La libertà dei populisti è una tragica infamia. L’irresponsabilità la nutre, la tiene in vita, e incassa i dividendi in termini di consenso, cioè potere.
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