(Fonte, ISPI) Il Mediterraneo, nella sua dimensione ampliata come viene affrontata durante i Rome MED Dialogues, rappresenta un’area cruciale di sfide e opportunità condivise per i tre continenti che vi si affacciano: Europa, Asia e Africa. I dati sottolineano l’importanza strategica di questa regione sotto diversi aspetti: militare, energetico, commerciale. Il Mediterraneo è una delle principali arterie del commercio mondiale: circa il 30% del traffico globale di merci transita attraverso le sue acque, attraversate ogni anno da oltre 220.000 navi commerciali. Porti come quelli di Genova, Marsiglia, Tangeri e Suez fungono da snodi fondamentali per le rotte tra Est e Ovest, consolidando il ruolo del Mediterraneo come hub strategico del commercio internazionale.
La Sicilia è il cuore del Mediterraneo, è la sede privilegiata di basi militari, aeree e navali, di potenti strutture di ascolto e monitoraggio, ed è attraversata da cavi che veicolano fibre ottiche destinate a raggiungere l’Europa ed attraverso di essa, le Americhe. Il grande impianto radar satellitare di Niscemi e la base aerea di Sigonella, sede dei sofisticati droni, costituiscono presidi di eccellenza per gli USA e la Nato. Sulle coste siciliani arriva di tutto, dai cavi a fibra ottica, ai gasdotti, e al largo di esse, si è ripreso a portare in superficie il gas. Tutto questo conferisce all’isola uno straordinario interesse sia nel settore della difesa militare quanto in quello energetico, e la rende perciò un potenziale target in caso di crisi delle relazioni internazionali. I conflitti che dalla vicina sponda del Mediterraneo e dal centro dell’Europa, per la prima volta dal secondo conflitto, preoccupano in modo particolare laddove, come in Sicilia, si può diventare bersaglio.
Dal punto di vista energetico, il Mediterraneo riveste un ruolo essenziale per la sicurezza energetica europea, in particolare per l’Italia. I gasdotti che attraversano questa regione forniscono circa il 65% del gas naturale consumato in Italia. Inoltre, il Mediterraneo è cruciale per l’importazione di petrolio, specialmente dalla Libia, e per il transito del Gas Naturale Liquefatto (GNL), la cui domanda è in costante crescita per garantire la diversificazione energetica dell’Europa. Le recenti scoperte di giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale, al largo di paesi come Egitto, Israele e Cipro, e di recente al largo del Golfo di Gela, stanno trasformando ulteriormente la regione in un nuovo epicentro energetico globale.
A livello politico, il Mediterraneo è teatro di una delle più grandi sfide del nostro tempo: i flussi migratori. Decine di migliaia di persone ogni anno attraversano le sue rotte, fuggendo da conflitti, repressioni e dagli effetti del cambiamento climatico. Rotte come quella del Mediterraneo centrale, che collega il Nord Africa all’Europa, sono tra le più pericolose al mondo, con migliaia di vittime ogni anno. Questi flussi mettono a dura prova le capacità dei paesi rivieraschi di gestire l’accoglienza, sollevando questioni etiche, umanitarie e politiche di portata internazionale.
Il cambiamento climatico sta avendo un impatto particolarmente intenso sul Mediterraneo. Le temperature in questa regione aumentano a una velocità superiore del 20% rispetto alla media globale, con conseguenze gravi e tangibili. Tra queste, il continuo innalzamento del livello del mare, che minaccia città costiere e infrastrutture critiche, e l’incremento di fenomeni climatici estremi, come alluvioni più frequenti e intense. Inoltre, si osservano una maggiore desertificazione e siccità che compromettono la sicurezza alimentare e idrica, in particolare nei paesi della sponda sud del Mediterraneo.