Se non eliminate l’addizionale comunale su diritti d’imbarco, non investiamo su altre rotte in Sicilia. L’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, ha dettato le sue condizioni: la Sicilia deve fare come la Calabria, che l’ha abolita.
Il quotidiano on line La nazione siciliana, area governativa, ha manifestato gli umori del Palazzo con parole forti e la promessa di provvedimenti senza precedenti: ha assegnato ai siciliani che viaggiano con Ryan Air, il compito di boicottare la compagnia irlandese, scegliendo la concorrenza che non c’è.
Per persuadere i passeggeri a non viaggiare con Ryan Air ha accusato Eddie Wilson di essere un ricattatore seriale, avendo commesso un’altra infamia: l’abolizione dei voli da e per Comiso, con conseguenze deleterie per il quarto scalo aereo siciliano. Il ricatto vale sei euro per passeggero: Wilson vorrebbe costringere la Regione siciliana a mettere mano al portafogli e compensare l’addizionale con cento milioni di euro. Secondo l’amministratore delegato di Ryan Air, i contributi erogati direttamente ai cittadini contro il caro-voli sarebbero «soldi buttati che fanno aumentare i prezzi».
Se la Regione siciliana fa orecchio da mercante, Ryan Air non istituirà nuove rotte nella stagione estiva, ove accogliesse il suggerimento sarebbe premiata con ben cinque nuove rotte. Sembra un ragazzino in vena di fare dispetti, rimprovera La Nazione siciliana. In verità si tratta di un imprenditore che fa i suoi interessi, né più né meno, e tiene il coltello dalla parte del manico.
L’ingiunzione ad imitare la Calabria, lamenta il quotidiano on line, di fatto porrebbe sullo stesso piano le due regioni, come se la Sicilia con i suoi sei aeroporti e i suoi 23 milioni di passeggeri l’anno e la Calabria con l’aeroporto di Lamezia Terme e il piccolo aeroporto di Reggio che insieme fanno poco più di 3 milioni di passeggeri fossero la stessa cosa.
La legge istitutiva l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco è nazionale, precisa La Nazione siciliana e una Regione non può cancellarla, ma solamente investire denaro per compensare i versamenti previsti. E per la Regione Siciliana si tratterebbe di una spesa di circa 100 milioni di euro per fare gli interessi di alcune compagnie private senza avere alcuna garanzia di un abbassamento del prezzo dei voli, dovendo al contempo cancellare lo sconto del 25% (che per alcune categorie arriva al 50%)
Qualche buona ragione la Regione siciliana può vantarla, in effetti, ma ciò aumenta il disagio, perché essa combatte a mani vuote contro una Compagnia che detta le fortune del turismo siciliano, una fetta importante dell’economia isolana.
L’opzione finale del quotidiano fa cadere le braccia: a quel furbone di Wilson bisogna togliere il saluto, ha offeso i siciliani. Ma i ricattatori non offendono, se sono tali on vanno frequentati e con loro on bisogna fare affari. Impossibile. Allora si ricorre all’idiozia. Non mettiamoci più nelle mani di chi ci offende e sembra proprio che ci ricatti. Smettiamo di prendere voli Ryanair tutte le volte che ci sarà possibile. Wilson trema, nei suoi incubi notturni i suoi aerei volano senza passeggeri.
La realtà è che la Sicilia, regione a Statuto speciale e guardiano della sicurezza militare ed energetica del Paese, hub comunicazionale fra i più importanti del pianeta, non conta niente, politicamente, economicamente e non solo. Il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare…