Elon Musk continua a tessere la sua rete di affari in Italia, e al centro delle trattative c’è Starlink, la costellazione di satelliti che garantisce connessioni sicure e ad alta velocità in qualsiasi parte del mondo. Il contratto in discussione, dal valore di 1,5 miliardi di euro per un periodo di cinque anni, prevede la fornitura al governo italiano di un sistema avanzato di crittografia per telefonia e internet, oltre a servizi di comunicazione strategici per le forze armate nel Mediterraneo e per la gestione delle emergenze. La portata dell’accordo è tale che, già a fine 2024, un documento del Ministero degli Esteri con l’elenco delle ambasciate e dei consolati da collegare era stato rinvenuto nelle mani di Andrea Stroppa, plenipotenziario italiano di Musk, attualmente indagato. Secondo Bloomberg, l’accordo avrebbe ottenuto il via libera dai servizi segreti e dal Ministero della Difesa, e il governo, in passato, non aveva mai smentito le trattative.
Ma la posizione italiana nei confronti di Musk e Starlink è cambiata con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane di novembre 2024. L’ostilità dell’opposizione era prevedibile, ma le dichiarazioni di Donald Trump, sempre più critico nei confronti dell’Europa e della NATO, hanno reso il contesto ancora più incerto. La premier italiana ha negato pubblicamente che un accordo sia stato siglato, dichiarando che gli investimenti stranieri vengono valutati unicamente in base all’interesse nazionale. Nel frattempo, Musk ha cercato un contatto diretto con il Quirinale per ottenere un appoggio istituzionale, senza successo. L’unico sostegno rimasto è quello di Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, che si è esposto apertamente a favore di Starlink. Stroppa, d’altro canto, ha mostrato un atteggiamento di rottura nei confronti della maggioranza, criticando i deputati del partito di governo per aver approvato due emendamenti del Partito Democratico nella legge sullo Spazio. Tuttavia, la normativa, approvata in prima lettura alla Camera, consente comunque l’operatività di satelliti stranieri se appartenenti a soggetti istituzionali europei o all’Alleanza Atlantica, lasciando aperta una porta per Musk.
Oltre a Starlink, Musk è già ben radicato nel mercato italiano con Tesla, che nel 2024 ha registrato 15.378 auto vendute, dominando il settore delle elettriche ma rimanendo marginale rispetto al totale del mercato automobilistico (4,2%). Il ritardo nelle infrastrutture di ricarica sta ostacolando la crescita del settore. Allo stesso tempo, Musk ha avviato la commercializzazione in Italia di sistemi di accumulo energetico come Powerwall per le abitazioni e Megapack per le imprese, entrando così nel mercato della transizione energetica. Anche il social X, di proprietà di Musk, rimane un punto di riferimento per molti utenti italiani, nonostante un massiccio attacco hacker avvenuto di recente, che lo stesso Musk ha attribuito a indirizzi IP provenienti dall’Ucraina.
E proprio il rapporto tra Musk e l’Ucraina aggiunge una nota di estrema gravità alla questione Starlink in Italia. L’imprenditore ha avvertito Kiev che la sua connessione satellitare potrebbe essere interrotta in qualsiasi momento, mettendo a rischio la resistenza ucraina contro l’invasione russa. Un simile scenario, se applicato all’Italia, porrebbe interrogativi inquietanti: è saggio affidare le comunicazioni strategiche e militari a una società privata che potrebbe, in base a calcoli geopolitici o personali, decidere di sospendere il servizio? La politica italiana sembra essersi accorta del problema solo tardivamente, mentre Musk continua ad ampliare la sua influenza nel Paese, tra energia, mobilità elettrica e telecomunicazioni. Se Starlink è una risorsa preziosa, è anche un’arma nelle mani di un uomo che ha già dimostrato di poter piegare la tecnologia alle proprie scelte politiche. E l’Italia, al momento, sembra essere un tassello sempre più centrale nella sua strategia globale.